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Dalla parte dei bambini

C'è chi ancora non ci conosce, o non ci conosce abbastanza bene. Chi pensa agli atei e agli agnostici spesso immagina che pratichiamo una sorta di religione “capovolta” oppure che militiamo in una vera e propria anti-chiesa. Rassicuriamo tutti. Non esiste una “dottrina ufficiale” dell'ateismo o un Manifesto dell'agnosticismo. Il nostro segretario nazionale Raffaele Carcano ama ripetere che esistono tanti ateismi e tanti agnosticismi quanti sono gli atei e gli agnostici. E a legare gli uni e gli altri solo l'attributo “razionalisti” declina meglio il nostro tipo di non credenza. Il senso dell'UAAR in Italia è unicamente quello di chiedere che atei e agnostici non siano discriminati come cittadini rispetto ai credenti. Davvero tutto qua. Se ci fosse una legislazione che favorisse gli atei rispetto a chi pratica una religione, saremmo i primi ad essere in disaccordo. Aborriamo l'ateismo “di Stato” almeno come la religione “di Stato”.
Ma facciamo finta per un attimo di essere quello che non siamo, accettando la caricatura, sovente in malafede, che spesso ci fa chi vuole denigrarci. Nonostante il nostro fondamentalismo, il nostro invasamento, l'anticlericalismo e il laicismo viscerale che ci viene rimproverato, chiediamo: avete mai sentito di atei che fanno la guerra agli agnostici in qualche parte di mondo? O di un ateo iper-razionalista che sgozza il proprio figlio perché non vive più secondo la retta ragione? O di un pedofilo membro dell'UAAR dei cui crimini si chiede la segretezza?
Si tratta di una provocazione, certo. Ma è di questi giorni la notizia, data dal Gazzettino, di un bambino di pochi mesi che nel padovano ha rischiato di morire perché i suoi genitori, musulmani osservanti, gli avevano praticato la circoncisione in casa. Ebbene, nonostante la nostra miscredenza, possiamo ben dire che come atei e agnostici forse abbiamo il senso del “sacro”. Questa sfera riguarda non certo l'empireo ma i bambini, la loro integrità psicologica e morale oltre che fisica. Per questi motivi esprimiamo seri dubbi sull'opportunità di insegnare la religione ai bambini, di sottoporli a rituali più o meno magici in base alle convinzioni dei genitori. Siamo fermamente convinti che le religioni siano diseducative per lo sviluppo di personalità critiche e libere e quanto ai riti imposti, ci fermiamo volentieri alle...vaccinazioni obbligatorie.
I bambini non dovrebbero essere né cristiani né musulmani (ma neanche atei, non insegniamo ai nostri figli a non credere in Dio!) come non dovrebbero essere liberali o comunisti. Bisognerebbe insegnare loro a capire e a ragionare non a credere e ad obbedire ciecamente. E le nostre ossessioni e le nostre superstizioni non trasferiamole a loro. Se da grandi vorranno battezzarsi o circoncidersi avranno il tempo e la libertà di farlo. Tutto qui. Bisogna essere atei per capirlo?
PD 12/06/2011