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Le piramidi? Meglio in Egitto!

La torrida estate padovana è stata animata dalla vicenda della cosiddetta "Piramide di luce", una struttura di 7 metri installata a Valnogaredo, sui Colli Euganei. Va bene che tutte le religioni ci insegnano che l'incontro con il divino predilige le montagne, ma ci sembra che i nostri colli tra madonnine in fil d'acciaio e piramidi "energetiche" stiano diventando terre di "colonizzazione" da parte di fedeli e adepti di ogni specie ai quali, sommessamente, andrebbe detto che la salvaguardia del creato è il miglior modo di onorare la divinità e soprattutto che il monte Venda non è esattamente la catena dell'himalaya e tra costruzioni abusive e sculture varie (che non sono esattamente realizzate da Canova) si rischia di stare un po' strettini.
Teniamo sempre a precisare, in questo sta il nostro essere laici, che ognuno deve essere libero di credere in chi e in cosa vuole (nel mondo anglosassone ai giorni nostri il culto Wicca contempla l'esistenza delle streghe) purché senza... costi per la collettività. Soprattutto le "furbate" non ci piacciono. Già strutture meramente commerciali (alberghi, case di vacanze ecc.) gestite dalla Chiesa Cattolica o dalle sue congregazioni (è dibattito di questi giorni quello della "santa evasione") riescono a non pagare l'ICI perché hanno al loro interno una cappellina, agli aderenti dell'associazione "La Piramide di Luce" è andata peggio nonostante, per evitare il prossimo abbattimento decretato dal Tar del Veneto, hanno provato a dire che la loro struttura servisse per "la stagionatura dei salami"! Alle religioni, tradizionali o new age che siano, non manca certo la fantasia. Non fateci dire chi, secondo noi, sono i "salami" che si lasciano imbonire da faccende come questa. E, per quanto ci riguarda, le piramidi è meglio che stiano in Egitto.
Padova 30/08/2011