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Episcopal style

La Conferenza Episcopale del Triveneto, proprietaria di Telechiara, la tv cattolica al servizio delle diocesi del nord-est, ha deciso di dare il benservito all'emittente di via Cernaia. Con uno scarno comunicato in cui, tra l'altro, i prelati scrivono “in un contesto di ampie ed oggettive difficoltà che attraversano l'intero panorama editoriale nazionale. Venute meno alcune consistenti forme di contributo...”. Sarebbe interessante capire se le consistenti forme di contributo siano soldi pubblici, magari di cittadini atei e non cattolici. E comunque, in tempi di vacche magre, i monsignori del nord est hanno deciso di tagliare 400 mila euro necessari per il palinsesto annuale di Telechiara, dopo oltre vent'anni di vita. Non mancano certe le TV2000 e le TelePadrePio (oltre che l'onnipresente RadioMaria) a dar voce al monolitico mondo cattolico. Non ci stracceremo le vesti per Telechiara. Rileviamo però che, a quanti sono soliti tuonare a difesa della “famiglia” che tra tecnici e giornalisti, a fine anno ci saranno almeno 20 famiglie senza lavoro che dovranno tirare avanti. Che andrebbero tutelati. Il comunicato episcopale non brilla certo per lungimiranza e capacità di dialogo. Parla solo di costi da tagliare. Supportando la decisione (per la quale invero si mostra “dispiacere”) con lungo esercizio di “discernimento”. Insomma, c'è di mezzo lo Spirito Santo, se abbiamo capito bene. Di fronte a codeste illuminate elucubrazioni, non c'è sindacato che tenga.
Altro che vangelo.