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Verso una scuola laica...

o se volete, meno filoclericale. Una notizia, non particolarmente enfatizzata dai giornali, quella relativa al Tar del Molise che in una recente sentenza ha stabilito che è possibile scegliere l'ora alternativa anche durante l'anno scolastico, oltre i termini stabiliti dalla legge. Laddove, è risaputo, prove alla mano, che in qualsiasi momento ai genitori che avessero in precedenza scelto l'ora alternativa era consentito passare all'ora di religione cattolica, senza alcun problema. A piccoli passi, come nella storica sentenza del tribunale di Padova che il 30 luglio 2010 condannò l'XI Istituto Comprensivo, per non avere attivato l'ora alternativa, ritenendolo “un obbligo” e sanzionando l'azione discriminatoria del dirigente, riguardo agli alunni che non volevano frequentare l'ora di catechismo scolastico (di questo si tratta).

L'UAAR da qualche anno ha lanciato la campagna “Non c'è più religione per chi non la vuole” e il nostro Circolo ha volantinato, all'apertura delle scuole fino all'anno scorso, per mettere al corrente i genitori della possibilità di fruire del percorso alternativo. Ci conforta sapere che in molte realtà padovane l'ora alternativa è prevalente in diverse classi, soprattutto alle medie, e che in generale cresce il numero di alunni che non si avvalgono dell'insegnamento dell'ora di religione (cattolica, sempre bene precisarlo, la Storia delle Religioni andrebbe benissimo, ma a quel punto perché non può essere un docente ateo ad insegnarla?). Mentre si rinnovano intese e protocolli per assicurare che l'ora di religione venga garantita. L'epoca delle guarentigie è dura a morire. Ma sempre più cattolici si scoprono poco praticanti e sdegnati dalla “politica” vaticana sui diritti delle persone e gli scandali e i giochi di potere che scuotono la “Santa” Sede. Cosa loro, ci viene da dire, intanto, irto è il cammino della laicità.

Ben vengano le sentenze a favore del libero pensiero. Altri erano i tempi dell'indottrinamento forzato, tempi bui che hanno fatto precipitare la nostra povera Repubblica in una Italietta a sovranità limitata, ma destinataria di benedizioni “televisive” che pure non molto han fatto per far crescere questo Paese. O eravamo sul canale sbagliato?