L’evento è stato possibile grazie all’interesse e alla disponibilità di EPIGEN, progetto bandiera italiano per lo studio dell’epigenetica.
Il “Darwin Day 2018 Epigenomica” è organizzato con il patrocinio dell’Università degli Studi di Padova e del Comune di Padova e con il supporto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.

                                          

Lunedì 19 Febbraio 2018

La sera di lunedì 19 Febbraio UAAR Padova avrà il piacere di ospitare una conferenza del Prof. Giuseppe Macino ideata per per un pubblico non esperto, per imparare che cos’è l’epigenetica e qual è il suo ruolo per la salute e l’ambiente (link alle informazioni più dettagliate e alla locandina dell’evento).
L’incontro si terrà alle ore 20:30 di Lunedì 19 febbraio 2018, presso la sala Anziani di Palazzo Moroni (via VIII Febbraio, 6  – Padova) La partecipazione alla conferenza è gratuito e ad accesso libero fino ad esaurimento dei posti.

Martedì 20 Febbraio 2018

La mattinata del 20 Febbraio, il Darwin Day sarà dedicato agli studenti della scuola secondaria di II grado, ma sarà in ogni caso aperto al pubblico fino ad esaurimento dei posti disponibili.

La sede dell’evento è l’auditorium del Centro Culturale Altinate / San Gaetano (via Altinate, 71 – Padova)

8.30 – 9.00 Consegna dei poster da parte degli studenti  e apertura dei lavori

9.00 – 9.50 Geni e ambiente: introduzione all’epigenetica

Il programma si aprirà con una lezione introduttiva tenuta dal professor Giuseppe Macino.
Scopriremo che nonostante tutte le nostre cellule abbiano lo stesso genoma, ne leggono però parti diverse. Il DNA e gli istoni portano infatti dei segnali chimici, chiamati “modifiche epigenetiche” che indicano alle cellule quali parti dell’informazione devono essere lette o saltate.
L’epigenoma è l’insieme di tutte le modifiche chimiche che si trovano sul DNA e sugli istoni di una cellula in uno specifico momento; esso attiva e disattiva programmi di lettura del DNA in risposta a stimoli ambientali. Errori nei processi epigenetici concorrono all’insorgere di molte patologie, tra cui il cancro.

Giuseppe Macino è Professore Ordinario di Biologia Cellulare presso l’Università di Roma “La Sapienza”. A 30 anni si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha dato un contributo fondamentale alla scoperta della non universalità del codice genetico.
Durante la sua carriera ha studiato l’effetto della radiazione luminosa
sull’espressione genica in piante e funghi, giungendo ad isolare il
fotorecettore per la luce blu.
Alla fine degli anni ’80 ha iniziato una serie di esperimenti che hanno
posto le basi per la scoperta del silenziamento genico, scoperta per la
quale sono stati insigniti del Premio Nobel Andrew Fire e Craig Mello.
Ha ricevuto svariati riconoscimenti, tra cui il Premio del Presidente della Repubblica e il Premio Internazionale Tartufari per la Biologia dall’Accademia dei Lincei.
Ricopre attualmente la carica di Direttore del Progetto Bandiera Epigenomica del CNR.

9.55 – 10.45 Il comportamento sociale delle cellule 

La seconda lezione sarà tenuta dal Professor Stefano Piccolo del Dipartimento di Medicina Molecolare dell?università di Padova.

Aristotele scrisse che il tutto è di più della somma delle singole parti. In biologia, questo principio è ben apprezzabile dal comportamento “sociale” delle cellule: quando consideriamo la cellula come parte di un tessuto, è evidente come nuove funzioni emergano dallo “stare insieme” delle cellule, dal loro essere altamente interconnesse l’una con l’altra. Per esempio, questo include la capacità di una cellula di percepire le cellule vicine, monitorandone anche lo “stato di salute”, di orchestrare di richiamare nelle vicinanze nuove cellule in caso di ferite, e, più in generale, di adattarsi in modo molto duttile alle modifiche della “nicchia ecologica” in cui la cellula vive. Il tutto per rispondere alle esigenze del tessuto, e non delle sue singole cellule componenti. Tali funzioni non esistono nelle cellule quando queste restano isolate, o comunque fuori dal loro ambiente normale. L’intervento presenterà alcuni esempi di comportamento sociale vs. antisociale delle cellule, e come ciò si associ, rispettivamente, a fenomeni fisiologici e patologici. Si concluderà con una breve e esamina dei meccanismi, necessariamente non genetici (ovvero non basati su modifiche del DNA, ma piuttosto su come l’informazione del DNA venga “gestita”/utilizzata dalle cellule), che sono alla base del comportamento “sociale” delle cellule.

Stefano Piccolo è Professore Ordinario di Biologia Molecolare presso l’Università di Padova, i suoi studi riguardano il meccanismo con cui le cellule percepiscono l’ambiente e usano queste informazioni per costruire e mantenere i tessuti di una specifica forma, dimensione e funzione; si occupa inoltre di capire come, quando viene distrutto questo meccanismo di omeostasi, si arrivi alla formazione e progressione dei tumori.

 

 

 

10.45 – 11.15 Presentazione e osservazione dei poster e pausa merenda 

11.15 – 12.05 Come funzionano gli orologi della vita?  La regolazione genetica
ed epigenomica della ritmicità circadiana

La seconda sezione della mattinata si aprirà con una lezione del Professor Rodolfo Costa.

Ad una introduzione generale circa il significato di orologio circadiano seguirà una illustrazione dei meccanismi molecolari, genetici ed epigenetici, che generano ritmicità biologica nel dominio temporale circadiano. Verrà infine sottolineato come queste conoscenze siano importanti per studiare aspetti ancora poco esplorati del nostro metabolismo e del nostro comportamento e per comprendere le cause di alcune patologie.

Alla scoperta del meccanismo molecolare che controlla il ritmo circadiano è stato dedicato proprio il premio Nobel per la medicina del 2017, per il quale sono stati insigniti i pionieri degli studi sugli orologi della vita Michael W. Young, Michael Rosbash e Jeffrey C. Hall

Rodolfo Costa è Professore Ordinario di Genetica presso l’Università di Padova. Insegna Genetica e Neurobiologia nel Corso di Studio in Biologia Molecolare ed è docente per le Scienze della Vita nel Master in Giornalismo dell’Università di Padova. E’ membro dell’Associazione Genetica Italiana (AGI), di cui è stato Presidente, e della Society for Research on Biological Rhythms (SRBR), la società americana di Cronobiologia. La sua attività di ricerca è concentrata in particolare sull’analisi genetica e molecolare della ritmicità circadiana e, più in generale, sullo studio di geni che influenzano il comportamento. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

12.10 – 13.00 Ricordare per poter dimenticare: le piante la cromatina e l’ambiente circostante

Concluderà la conferenza la Professoressa Serena Varotto con una lezione che, dopo una rapida descrizione dell’epigenoma nel variegato mondo vegetale, porterà alcuni esempi su come le piante usino la cromatina per ricordare e poi dimenticare eventi ambientali transitori e come la memoria epigenetica consenta loro di vivere, anche molto a lungo, da organismi sessili in un ambiente circostante dinamico.

Serena Varotto è Professore Associato presso l’Università di Padova. E’ esperta nel settore della genetica agraria, studia il modo in cui i meccanismi epigenetici regolano l’espressione dei geni sia nel mais che nella vite, per arrivare a capire come, a livello epigenetico, la pianta risponda agli stimoli ambientali, quali ad esempio lo stress ambientale e particolari condizioni di siccità e salinità dei terreni.
Analizza inoltre l’effetto che lo stress può avere non solo nell’ambito della stessa generazione vegetativa, ma anche in generazioni successive.

 

13.05 – 13.30: premiazione dei poster e conclusioni finali